mercoledì 9 luglio 2008

Interpellanza sull’installazione di una Stazione di Telefonia Mobile in Via Tagliamento e sulla mancata adozione del Regolamento Comunale

Un nuovo fulmine a ciel sereno ha colpito la tranquillità dei cittadini di una parte della città.

L’ennesima puntata di una lunga serie di cui il Sindaco, l’assessore all’ambiente e la maggioranza che governa il comune hanno tutte le responsabilità.

Dopo i casi di Mozzano, di Brecciarolo, delle Poste Centrali ed altri ecco spuntare all’improvviso, in questi giorni, una nuova autorizzazione all’installazione di una nuova stazione di telefonia mobile sul tetto di un edificio privato in Via Tagliamento nella zona di Santa Chiara a Campo Parignano.

Dal 2000, anno in cui iniziò a circolare una prima bozza ad oggi, dopo otto anni, ancora il Comune di Ascoli Piceno non si è dotato dell’unico strumento che avrebbe potuto disciplinare e pianificare i siti per l’installazione d’impianti di telefonia mobile.

Questo grave, colpevole ed ingiustificato ritardo ha causato una doppia responsabilità.

Come prima conseguenza si è favorita una collocazione dissennata delle stazioni per opera dei vari gestori telefonici a favore di privati. Questi ultimi, ben volentieri, si sono resi disponibili ad ospitare sui propri tetti impianti con canoni percepiti anche di 15 mila Euro l’anno (praticamente uno stipendio), ben consapevoli che dal punto di vista della sicurezza la loro abitazione è sicuramente tutelata. L’emissione del segnale, infatti, è orizzontale e non investe direttamente l'edificio su cui è ubicato l'impianto.

La seconda grave conseguenza è il mancato introito nelle casse comunali dei fondi che anziché andare ai privati potevano essere riscossi dall’amministrazione comunale attraverso l’individuazione dei siti su proprietà del Comune. Questa possibilità avrebbe consentito un doppio beneficio. Il Comune avrebbe potuto incassare anche oltre 300 mila Euro l’anno, che invece vanno ai privati, e si sarebbe potuto ridurre sensibilmente il numero dei siti concentrando i gestori telefonici in un’unica area.

Purtroppo oggi, come si suol dire, quasi tutti i buoi sono stati fatti uscire dalla stalla. Eppure i campanelli di allarme non sono mancati. Dalle rivolte precedenti dei cittadini delle varie aree della nostra città (che alla fine sono stati sedati dalla stanchezza) all’approvazione della Legge Gasparri che prevedeva e prevede l’installazione di 50 mila nuovi impianti in tutta Italia e che questi erano classificati come di “interesse nazionale”.

Tutto questo non è bastato per far muovere l’amministrazione comunale, intenta solo, probabilmente, a rifare qualche strada e qualche marciapiede finanziati con mutui ventennali e che, in molti casi, come Corso Mazzini, si sono già deteriorati.

L’Assessore all’ambiente, anziché fare blitz girando per la città con gli operai per indicare quale pianta o quale ramo tagliare avrebbe dovuto occuparsi di queste importanti questioni e tutelare i cittadini.

Stante quanto detto chiedo di sapere:

Se dopo avere tenuto questo grave atteggiamento l’amministrazione comunale ha intenzione finalmente di muoversi a favore dei cittadini cercando di individuare le possibilità esistenti per bloccare questo ennesimo scempio di Via Tagliamento anche attraverso l’interessamento del proprio ufficio legale per una valutazione approfondita della pratica.

Se non si ritiene di estrema urgenza l’approvazione del Regolamento Comunale per l’installazione di Stazioni di Telefonia Mobile e se si quali sono i tempi in cui la Giunta intende sottoporlo all’esame del Consiglio Comunale.

Se si ritiene utile prendere in considerazione come prioritarie per l’approvazione del regolamento il rispetto di distanze minime dalle scuole, prevedere l’installazione ad altezze adeguate in modo da favorire una distribuzione del segnale che non investa direttamente orizzontalmente alcun edificio ed individuare siti di proprietà comunale su cui concentrare gli operatori telefonici.

Attendo risposta in Consiglio Comunale.

IL CONSIGLIERE COMUNALE

Stefano Corradetti

Interrogazione riguardante la realizzazione non a regola d’arte del manto stradale di Via Piave e sulla necessità di livellamento dei tombini al manto

Come noto sono terminati da qualche tempo i lavori di risanamento di Via Piave.

Fin dal primo giorno di riapertura i cittadini hanno notato la fastidiosa e, per alcuni veicoli come biciclette e motocicli, pericolosa differenza di livello dei tombini di raccolta delle acque rispetto al manto stradale.

Questa situazione di cattiva esecuzione dei lavori ha causato delle vere e proprie grandi buche, che, oltre ad essere, come detto, estremamente pericolose, provocano anche, al passaggio delle autovetture, un non indifferente inquinamento acustico dovuto alla rumorosità del loro passaggio.

Dopo un primo periodo di attesa nel quale si immaginava una rapida sistemazione a cura della ditta esecutrice dei lavori, abbiamo preso atto del fatto che questo non è ancora avvenuto.

Più in generale è del tutto evidente che spesso, purtroppo, ancora oggi, i lavori di rifacimento del manto stradale prescindono dal livellamento dei tombini.

Questa situazione continua a creare delle vere e proprie trappole per i ciclisti e denota una scarsa se non inesistente sensibilità verso la mobilità ciclopedonale che per una città come la nostra potrebbe essere potenzialmente la soluzione per almeno il 40/50% degli spostamenti.

Per perseguire questo obiettivo occorre, però una minima sensibilità a realizzare e mantenere manti stradali adeguati alla percorrenza delle biciclette.

In alcuni casi, invece, assistiamo a situazioni di degrado che sembrano fatte più per il passaggio di robusti fuoristrada che per quello di veicoli leggeri, determinanti per lo sviluppo della mobilità sostenibile.

Per quanto sopra esposto si chiede di sapere:

Se è stata segnalata alla ditta appaltatrice che ha eseguito i lavori di Via Piave l’irregolare dislivello dei tombini rispetto alla sede stradale.

Se i lavori realizzati sono stati

collaudati.

Quali sono le modalità con cui l’amministrazione Comunale

intende intervenire rispetto a questa problematica.

Se non si ritiene utile inserire

nelle future gare di appalto per il rifacimento dei manti stradali l’obbligatorietà dei lavori di ripristino del livellamento dei tombini al manto stradale.

In attesa di risposta entro il termine regolamentare di 10 giorni, porgo cordiali saluti.

IL CONSIGLIERE COMUNALE

Stefano Corradetti